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PRESENTAZIONE INTRODUTTIVA
DI OGNI SINGOLO DOCUMENTO
PRESENTAZIONE INTRODUTTIVA
DI OGNI SINGOLO DOCUMENTO
Introduzione
10
“Papiro Exius”
La storia del Pianeta Splendente
“Papiro Exius”
La storia del Pianeta Splendente
Le origini non terrestri dell’uomo
Il papiro Exius è rimasto conservato e di proprietà
della collezione Hasan fino alla sua svendita da parte di Abu, figlio
dell’antiquario alla morte del padre. La traduzione descrive un tempo
impossibile da posizionare cronologicamente, quando un popolo proveniente dal
cielo “sbarca” sulla Terra come unico sopravvissuto alla fine di un altro
pianeta definito “Terra di Ku Splendente”, presumibilmente compreso tra Marte
(il piccolo rosso) e Giove (il gigante tempestoso)? Eppure
la scienza insegna che tra Marte e Giove, la gravità del secondo non favorì,
anzi rese impossibile la formazione di un pianeta quale avrebbe potuto essere
quello che avrebbe dovuto costituire i resti rocciosi galleggianti della fascia
omonima.....
19
Documento 1 “Papiro
Exius”
22
Ricerche medianiche: “Barche di Iside e Osiride”
24
Secondo documento “Vennero dal
cielo”
Il ricordo di un popolo proveniente da un pianeta
compreso tra Marte e Giove, compare anche nello scritto di Ermecate Servio
risalente al IV sec. a. C. e sembra completare il papiro menzionato
evidenziando alcuni dettagli Exius con maggior chiarezza. Seguendo un senso del
racconto molto più lineare e comprensibile grazie al fatto di essersi
conservato quasi completamente inalterato alla corrosione del tempo, completo
in ogni sua parte evidenzia un comune filo conduttore e narrativo come se la
mano dello stesso autore, o la stessa fonte avesse redatto entrambi i testi in
due lingue diverse....
41
Documento 2
”Vennero dal
cielo”
42
Ricerche medianiche: “Vennero dal cielo…”
44
“Libro di
Lilith”
Non è mai stato trovato un “Libro di Lilith” la prima sposa
di Adamo. In un insieme di frammenti di tavolette sumere e papiri egiziani
rinvenuti tra il 1969 ed il 1973, compare il ricordo di questa figura
velatamente androgina che potrebbe ricollegarsi a lei. Sul nome di Lilith le
fonti letterali sono scarse, mentre è più che lampante la radice sumera Lil ad
indicare uno spirito cattivo e stupido. Gli Assiri la vedevano come: “Luna
nera” circondata da animali notturni come il gufo.....
60
Documento 3 “Libro
di
Lilith”
62
Ricerche medianiche:
“Lilith, Le figlie della luna…”
64
“Il Libro di Ismel, l’Occhio nel tempo”
“Compilato su un unico rotolo di pergamena di cm. 42x195, conservato in un’anfora di terracotta, è stato ritrovato il 15 ottobre 1979 dall’equipe Yussuf a 12 km. nord est di Tanis presso il sito KJk33 ed è risultato risalire al I – II sec. a. C. Una particolarità legata al suo ritrovamento risiede nella datazione attribuita al vaso di terracotta in cui era sigillato, retrodatato al III sec. a.C.
Un “prodigio cine-meccanico” che voleva comunicare che cosa? Cosa rappresentano i due animali riprodotti? Nel III sec. a. C. si conoscevano i segreti della cinematografia? Questo è passato praticamente inosservato benché fosse perfettamente conservato e presentasse 9 disegni chiaramente egizi che fatti ruotare in senso orario si “muovono” come i fotogrammi di un cartone animato dove un leone insegue una gazzella. Invece il manoscritto si presenta interamente scritto in aramaico con alcune parti totalmente danneggiate ed illeggibili, ed altre annerite da macchie scure. Chi legge il Libro di Ismel si ritrova in una “macchina del tempo” che osserva il passato, dai dinosauri ai primi uomini attraverso una serie di eventi e situazioni ricche di lune satellitari, piogge radioattive, distruzioni, lotte...
83
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Documento 4 “Libro di Ismel”
85
Ricerche medianiche:
“Prove perdute”
104
“Lamine bronzee”
I poteri psichionici di Palamara
Due lamine di
bronzo dalla dimensione di 12x23 cm; è certo siano la serie completa contenute
in un cofanetto ligneo di cedro. Cofanetto intarsiato a bassorilievo con motivi
floreali di fantasia. La leggenda che circola intorno ai reperti perfettamente
conservati, narra che una mattina di primavera del 1908 il cofanetto venne
ritrovato casualmente in una delle grotte dell’Hoggar da tre beduini, e che
sono in grado di conferire a chi le tiene in mano la capacità di “vedere” e
“sentire” ricordi ed esperienze di una civiltà antichissima, come fossero una
specie di “Occhio del cielo” simile a quello menzionato da Ismel....
111
Documento 5 “Lamine bronzee”
113
Ricerche medianiche: “Alle radici delle
tavole…”
114
“Storia di Babilonia”
Indizi e dettagli
del passato antichissimo si trovano nei frammenti di testo: “La Storia
Babilonia” di Berosso, in cui più che ricordi di tempi pre umanoidi il
sacerdote caldeo descrive le origini della civiltà Babilonese ed i suoi “re
mitici” fino al Diluvio ed ai giorni seguenti. Si narra potesse avere
disponibilità ad antiche memorie vecchie di oltre 400.000 anni la maggior parte
delle quali incise su tavolette d’argilla. Di questa credenza posso dire quello
che la letteratura del settore “dipinge” da anni. Nell’ambiente in cui opero
circola la “leggenda” che almeno 500 di esse siano già state trovate agli inizi
del 1930 per essere vendute a piccoli lotti “dispersi” tra America, Inghilterra
e la Germania nazista di Hitler; in quest’ultimo caso nuovamente nascoste nel
tesoro perduto del Terzo Reich, affinché non cadessero nelle mani degli
alleati.....
123
Documento 6 “Storia
di Babilonia”
125
Ricerche medianiche:
“Evidenze ermetiche”
139
“Storia Mazica”
Insieme al papiro
Exius ed al frammento “Vennero dal cielo”, è stato acquistato da Masgardner
anche uno scritto risalente al IV secolo a. C. redatto in greco antico,
attribuibile ad Ermecate Servio. Trattasi di documento autografato dall’autore
in cui viene descritta “una storia egiziana” dalle più lontane e sconosciute
origini pre-semitiche, in un tempo di uomini e dèi precedente al Diluvio di
Noè, in una zona non ben definita del nord Africa - potrebbe trattarsi della
Tunisia stando al nome Mazico, che compare più volte nelle descrizioni, e che
potrebbe riferirsi al nome “Mazyes” riportato in una antica carta geografica
del VI sec. a. C. di Anassimandro.
Risulta evidente il ricordo dell’origine della Sfinge e del popolo egizio,
invece è indecifrabile il significato della parola: “Duo-do”.....
151
Documento 7 “Storia
Mazica”
153
Ricerche medianiche:
“Culti dello spirito, Stanze di Toth”
160
Documento - reperto 8 “La pietra di Kag”
Liste dei re leggendari
Incisi su pietra nera di diorite, su un solo lato, in caratteri geroglifici, compaiono i nomi di sovrani egiziani precedenti al tempo di Narmer. L’intero testo si presenta eccezionalmente conservato, come la tomba KK4 in cui è stato rinvenuto il reperto, a differenza della stele scheggiata e danneggiata sul perimetro, malgrado le ridotte dimensioni della pietra 42x108 cm. comunque in ogni sua parte perfettamente leggibile. La durata della loro vita, per alcuni il nome della madre e la città di appartenenza, per quasi tutti il regno dominato risultano comprensibili. In essa compaiono “specifiche” della prima dinastia che non figurano nel “Canone di Torino”, né tantomeno nella “Pietra di Palermo”, o negli elenchi di Manetone. Dal primo faraone storicamente documentato, a ritroso nel tempo si scopre che altri re lo hanno preceduto retrodatando l’esistenza delle dinastie di migliaia di anni. L’epoca della sua realizzazione si può far risalire al faraone Qa’a (Q). Sei re vengono identificati come “re uno”. Quasi tutti godono di un ciclo vitale simile a quello dei patriarchi biblici.
Incisi su pietra nera di diorite, su un solo lato, in caratteri geroglifici, compaiono i nomi di sovrani egiziani precedenti al tempo di Narmer. L’intero testo si presenta eccezionalmente conservato, come la tomba KK4 in cui è stato rinvenuto il reperto, a differenza della stele scheggiata e danneggiata sul perimetro, malgrado le ridotte dimensioni della pietra 42x108 cm. comunque in ogni sua parte perfettamente leggibile. La durata della loro vita, per alcuni il nome della madre e la città di appartenenza, per quasi tutti il regno dominato risultano comprensibili. In essa compaiono “specifiche” della prima dinastia che non figurano nel “Canone di Torino”, né tantomeno nella “Pietra di Palermo”, o negli elenchi di Manetone. Dal primo faraone storicamente documentato, a ritroso nel tempo si scopre che altri re lo hanno preceduto retrodatando l’esistenza delle dinastie di migliaia di anni. L’epoca della sua realizzazione si può far risalire al faraone Qa’a (Q). Sei re vengono identificati come “re uno”. Quasi tutti godono di un ciclo vitale simile a quello dei patriarchi biblici.
170
Ricerche medianiche:
“Monopolo magnetico…”
173
“Timbuktu ed i 3 manoscritti di Alessandria d’Egitto”
192 Documento 9
“Atlantikos” del dialogo di Platone...
“Atlantikos” del dialogo di Platone...
193
Ricerche medianiche:
“Atlantide”
218
Documento 10 “Triziene”
...del dialogo di Solone a Sais
Un perduto dialogo di Solone sull'Atlantide.....
231
Ricerche medianiche: “ancora sull'Atlantide”
242
Documento-reperto 11 “Busti pre-Olimpici”
4 busti in pietra calcarea,
2 si presentano danneggiati in più punti diversi – dimensioni 20x16 cm. circa. Ritraggono personaggi non
chiaramente identificabili. Il primo ha la testa rotonda come
una palla, gli occhi sono a mandorla, le orecchie ed il naso non hanno
sporgenze e sono rappresentate da buchi, (fenomeno teratologico o un
extraterrestre?)......
253
Ricerche medianiche: “I Campioni”
254
“Il sigillo della
Biblioteca di Alessandria d’Egitto”
263
Documento-reperto 12
“Il sigillo della
Biblioteca di Alessandria d’Egitto”
Sigillo cilindrico in bronzo recante il volto al centro di Callimaco. Sulla sinistra compare il nome Callimaco, sulla destra Alessandria. Gli archivi della Biblioteca di Alessandria venivano timbrati? Storicamente nessun antico autore menziona questo uso malgrado il reperto ne comprovi la possibilità.......
Sigillo cilindrico in bronzo recante il volto al centro di Callimaco. Sulla sinistra compare il nome Callimaco, sulla destra Alessandria. Gli archivi della Biblioteca di Alessandria venivano timbrati? Storicamente nessun antico autore menziona questo uso malgrado il reperto ne comprovi la possibilità.......
264
Ricerche medianiche:
“Le Biblioteche di
Etro, Fenio, Alessandria d'Egitto”
264
Documento-reperto 13 “Mu fotografica”
Dal diario del Parri: Rinvenuta in Mongolia nel sito NK-rs 33 Gobi, una scatola in legno di cedro presumibilmente in origine laccata nero, dalle dimensioni di 35x20x20 cm. all’apparenza simile alla primissima macchina fotografica realizzata ma con due fori obbiettivo anteriori ed una fessura larga 10 cm. sul lato sinistro. Vicino sono stati ritrovati due contenitori cilindrici in legno impermeabilizzato ancora chiusi, di piccole dimensioni circa 10x4 cm. con un tappo in pelle di pecora a chiudere ermeticamente. Uno vuoto (non si spiega il perché fosse chiuso ermeticamente), l’altro con polvere di asfalto al suo interno..
La pelle di pecora è stata
retrodatata al V - VI sec. a. C. Sul lato superiore compare lo stemma sbiadito
di una lettera T, e di una M, entrambe inscritte in una circonferenza. Si
tratta forse di un’antichissima macchina fotografica? Perché due fori
obbiettivo? .........
280
Ricerche medianiche: “Terre di Mu, il
primo oriente”
281
Documento-reperto 14
“Mu-balestra”
Dal diario del Parri: Micro balestra in legno e bronzo
del V sec a. C. avvolta e conservata in un sacco di iuta su cui compare il
presunto stemma di Mu: una U rovesciata
ed una I. La dimensione di 18x25 cm. è quella di un modellino con caratteristiche
identiche all’arma creata intorno alla metà del IV sec. a. C. in Cina, come
risulta da antichi documenti che ne descrivono il suo impiego in battaglia.
Particolare evidente è il tipo di legno usato per la sua realizzazione che non
esiste in Mongolia ma che è una pianta - acacia - tipica del continente
australe. Un altro particolare ancora più incredibile è il filo con cui è stato
cucito il sacco di iuta che è risultato essere nylon. Il nylon però è un
prodotto della fine del 1930. Come potevano gli uomini del IV sec a. C.
conoscere il procedimento chimico per la realizzazione di tale prodotto? Come giunse
in quei luoghi la balestra muviana figlia di una varietà arboricola inesistente
a quelle latitudini........
296
Ricerche medianiche: “Iperborei”
297
Documento-reperto 00
“Gli specchi neri”
Dal diario del Parri: Nel
1944 in un luogo imprecisato del Deserto dei Gobi denominato “NK-rs 33/1 Gobi”,
fu rinvenuto durante scavi archeologici (alla ricerca di fossili animali) un
manufatto molto curioso. Trattasi di due specchi di forma ellittica (scheggiati
in più punti laterali) dal diametro di 31x60 cm. di altezza realizzato in rame
(uno), ed ossidiana (l’altro). La cornice di entrambi è composta da tasselli
quadrati (14 in una, 19 nell'altra, posizionati a “corona” nella parte
superiore) ritraenti volti para umani con due, tre, quattro tra nasi, occhi,
bocche ed altri dettagli non identificabili, ma di fattura apparentemente
simili a quelli tipici della cultura azteca, realizzata in un misto di rame ed
oro intrecciati insieme dallo spessore di pochi millimetri.
I pastori del luogo “parlano” della leggenda delle “due porte” (quasi
sicuramente intendendo i due specchi in questione) che se poste una di fronte
all’altra, ad una cosiddetta “giusta distanza”, “parlano tra loro” aprendo un
passaggio tra questo mondo ed uno popolato da creature senza forma...... 302
Ultima
e conclusiva nota allegata del
Parri
305
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